
Coronavirus
Gli ultimi giorni del 2019 sono stati quelli che hanno portato all’ufficialità di un nuovo rischio a livello mondiale, una potenziale epidemia causata da un virus che ha preso piede in Cina, ribattezzato Coronavirus.
Dopo una prima fase in cui le autorità di tutto il mondo hanno sottovalutato quello che stava succedendo in Cina, sono scattate le misure precauzionali per evitare la pandemia in tutte le Nazioni, al fine di salvaguardare la popolazione.
In Italia, come si è comportata la Farnesina?
Le misure della Farnesina per arginare l’emergenza Coronavirus
Dopo la decisione presa il 30 gennaio 2020 dal Ministero della Salute di sospendere il traffico aereo tra Italia e Cina, la Farnesina si è immediatamente attivata con l’istituzione di un’Unità Operativa Speciale composta dall’Unità di Crisi del Ministero, dai vertici dell’ENAC, rappresentanti del Ministero della Salute e della Protezione Civile.
Dal 1 febbraio è stato ripristinato il traffico di voli cargo con la Cina e sono state autorizzate alcune deroghe alla sospensione dei voli commerciali per consentire il rientro in patria dei cittadini cinesi al momento in Italia nonché per i rimpatri umanitari.
Il 3 febbraio sono rientrati in patria, con un volo organizzato dall’Unità di Crisi della Farnesina e operato dal COI-Difesa, 56 italiani che avevano chiesto di lasciare la città di Wuhan, epicentro della diffusione del coronavirus e isolata ormai da giorni, per disposizione delle Autorità cinesi.
L’Unità di Crisi della Farnesina, in raccordo con l’Ambasciata d’Italia a Pechino e con tutta la rete consolare italiana in Cina, assicura inoltre su base quotidiana la massima assistenza agli italiani che si trovano in Cina e nei Paesi vicini e che chiedono indicazioni sulle possibili modalità di rientro in Italia.
La Farnesina, infine, sta continuando a lavorare per consentire il rientro, nel più breve tempo possibile, del 17enne italiano risultato negativo al test del coronavirus, con cui l’Ambasciata a Pechino è in contatto, rimasto inizialmente a Wuhan a causa di una febbre che non gli ha consentito l’imbarco sul volo del 3 febbraio scorso.