Il turismo del futuro
Come cambierà il modo di viaggiare dopo la pandemia?
Mentre aumentano i contagi da covid-19 e i Governi di tutto il Mondo prendono decisioni più o meno drastiche per arginare la pandemia che ha segnato, sta segnando e cambierà per sempre le nostre vite e abitudini, ci siamo chiesti come sarà il turismo del futuro.
Come cambierà il modo di viaggiare dopo questa epidemia?
Il turismo del futuro
Nel corso dei mesi estivi si era vista una ripresa: gli italiani avevano ricominciato a viaggiare pur rimanendo entro i confini nazionali, ma questo aveva rappresentato per la filiera una grande boccata d’ossigeno, nonostante i numeri ridotti nelle strutture e tutte le normative da rispettare.
Anche il settore crocieristico aveva ripreso le sue rotte, dopo i lunghi mesi di sosta. Purtroppo, ad oggi, ci sono viaggiatori nuovamente bloccati sulle navi da crociera.
Difficile, insomma, fare delle previsioni su cosa succederà dopo questa seconda ondata di contagi da covid che sembra essere ancora più violenta della prima, anche in vista delle vacanze di Natale e Capodanno.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio, attualemnte continua a esserci molta Italia nei programmi di viaggio per i prossimi mesi dei nostri connazionali: il turismo domestico rappresenterà il 92% del totale (era il 76% a settembre 2019).
Cosa dicono le autorità
“In un contesto che di giorno in giorno si aggrava anziché migliorare, le misure di sostegno al turismo attualmente disponibili non sono assolutamente sufficienti” – dichiara il Presidente di Confturismo – Confcommercio Luca Patané – “bisogna che il Governo riconosca il ruolo del turismo e recuperi pienamente le sue potenzialità, soprattutto per ottenere e indirizzare al meglio i fondi del Recovery Fund che rappresentano l’ultimo treno per il rilancio del settore.
Siamo leader del turismo mondiale e dobbiamo agire da leader anche in questo momento. Ad esempio sottoponendo tutti i turisti in uscita e al ritorno a test Covid rapidi, per riaprire in sicurezza i flussi internazionali, e sollecitando gli altri Paesi a fare lo stesso: così potrà ripartire il turismo tanto incoming quanto outgoing. In mancanza di questo presupposto ogni intervento fatto fino ad ora sarà stato inutile”.